La mia vita da blogger non poteva iniziare sotto miglior auspicio. Sarò sincero - perché ho sempre immaginato un blog come uno stream di pensieri senza filtri, senza mezze misure - pensavo di piazzarmi nel quintetto dei finalisti e di aprire questo blog con il mio racconto vincitore. Ah già, la consecutio factorum: rewind.
Antefatto: una mia cara amica mi parla entusiasta di un concorso nazionale per scrittori inediti, dice che si chiama Parole in Corsa. Sulla scia di quell'entusiasmo vi partecipo inviando il mio racconto "L'ultimo prestigio": tra idea e stesura è trascorsa una sera. Nato di getto, il difficile è stato adattarlo alle richieste: massimo 90 righe di 58 battute per un totale di 5300 battute. Sì, avete ragione, all'ACTV non devono esser bravi a far di conto perché 90 per 58 fa 5220. Ma tralasciando l'algebra, i tagli giornalistici che ho dovuto apportare al racconto originario son stati molto probabilmente anche il motivo per cui non è piaciuto alla giuria. Ho dovuto mutilare il racconto a colpi di scalpello per rispettarne la lunghezza, in una sintesi forse poco efficace. Questa è l'autocritica che mi spetta. Ma avevo esordito dicendo che in un blog dovrebbe valere la legge non scritta della sincerità, pena la valenza stessa del blog. Bene, allora vi dico che i cinque racconti finalisti erano terribilmente noiosi e banali. Ma c'erano i superlativi Carlo e Giorgio a destare la mia attenzione, provata da melensi e demenziali racconti, e quindi spetta loro un plauso: ragazzi, siete stati formidabili!
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