
domenica 11 novembre 2007
La figlia del vento

martedì 6 novembre 2007
giovedì 1 novembre 2007
RES POPULI
Cari amici,
da poco sono stato eletto delegato di zona nella mia municipalità e questo anche per merito di alcuni di voi. Chi mi conosce bene sa che, sin dagli anni del liceo, ho sempre nutrito una viscerale affezione alla res publica, maturando per mio conto nel tempo un’educazione civica ispirata a quell’idea di uomo libero sognata dalle migliori menti del liberalismo ottocentesco. Ieri sera mi trovavo vis-à-vis col dott. X per parlare di quelli che saranno i nostri innumerevoli impegni futuri. Ascoltavo entusiasta questo anziano signore – quando l’ho definito cautamente “saggio” mi ha detto di chiamare le cose col loro nome – mentre mi parlava dei problemi che affliggono da decenni il nostro quartiere e che negli ultimi anni si sono acuiti, portando la sopportazione dei cittadini ai minimi storici. Leggevo nei sui occhi una passione giovanile, una forza nuova, ma sostenuta da numerose primavere vissute lottando contro quel sistema schiavo dei poteri forti che ci opprime come l'afa, contro una macchina statale inefficiente e farraginosa in cui perversa una burocrazia che è paravento dell’inettitudine e della negligenza di molti. Una LAN di responsabilità in cui si scaricano le proprie colpevolezze sulle spalle degli altri, in un circolo vizioso e viziato. In questo farmacista e farmacologo dal fine intelletto e dall’invidiabile caratura morale, che ha girato tutto il mondo smaliziando ogni residuo della propria perduta ingenuità, ho intravisto un mentore da seguire nel lungo cammino che ho intrapreso. Dico lungo perché sento nel cuore un fuoco vivo, una passione che difficilmente si spegnerà. Appena eletto una signora mi si è avvicinata e mi ha parlato dei problemi di illuminazione e pulizia che affliggono da anni la via in cui abita: mi ha detto di avermi votato e che si sarebbe ricordata il mio nome se non avessi fatto nulla per lei. Il suo monito non mi ha preoccupato, anzi, mi ha motivato con una voglia inderogabile di responsabilità per provvedere alle sue esigenze e a quelle di tutti i miei concittadini. Ci sarà da lottare, forse anche contro dei mulini a vento. Io, poi, non ho nemmeno una tessera politica – forse anche per questo il dott. Lucchetta ha tanto apprezzato il mio accorato fervore nel voler cambiare il volto del nostro quartiere – e sono sostenuto dalla mia piccola “lista civica”, da quelle persone residenti nel mio quartiere che sono stanche di vedere che le cose non cambiano mai. Che non ce la fanno più di vivere in un paese in cui le promesse vengono disattese con una naturalezza disarmante, declassando immoralmente persino la propria parola d’onore ad artificio politico. Penso che il vero processo di schiavizzazione di un uomo avvenga dapprima nella mente e che si estenda solo in un secondo tempo alle privazioni del corpo. Io non sarò mai schiavo della corruzione e dell’inettitudine di certa classe politica, e queste mie parole ne siano testimonianza per i posteri. Non vivrò mai una vita scevra dal senso del dovere, spoglia di quell’educazione civica che mi vede ora in prima fila a lottare per i diritti della mia famiglia e dei miei concittadini. A combattere per difendere le nostre case, per tutelare le nostre libertà, per dar voce alle nostre esistenze. Destatevi, figli d'Italia, perché il sonno della democrazia produce schiavi!
So, cari amici miei, cha d’ora in poi dovrò togliere alle nostre amicizie del tempo per poterlo spendere proficuamente per il bene del mio quartiere; un quartiere sempre più in degrado, dove basta una pioggia sopra le medie stagionali per finire sott’acqua e vedere sepolta dalle fogne la propria casa. Un quartiere dove non vengono garantiti i servizi fondamentali che un cittadino paga con le fatiche del proprio lavoro, ma dove invece la vita viene mantenuta costantemente sotto la soglia del decoro e della sicurezza.
Da oggi, amici miei, mi batterò perché il volto di Mestre possa ritornare a sorridere. Da oggi, se mai fosse possibile, sarò ancora di più vostro amico.
Mattia
da poco sono stato eletto delegato di zona nella mia municipalità e questo anche per merito di alcuni di voi. Chi mi conosce bene sa che, sin dagli anni del liceo, ho sempre nutrito una viscerale affezione alla res publica, maturando per mio conto nel tempo un’educazione civica ispirata a quell’idea di uomo libero sognata dalle migliori menti del liberalismo ottocentesco. Ieri sera mi trovavo vis-à-vis col dott. X per parlare di quelli che saranno i nostri innumerevoli impegni futuri. Ascoltavo entusiasta questo anziano signore – quando l’ho definito cautamente “saggio” mi ha detto di chiamare le cose col loro nome – mentre mi parlava dei problemi che affliggono da decenni il nostro quartiere e che negli ultimi anni si sono acuiti, portando la sopportazione dei cittadini ai minimi storici. Leggevo nei sui occhi una passione giovanile, una forza nuova, ma sostenuta da numerose primavere vissute lottando contro quel sistema schiavo dei poteri forti che ci opprime come l'afa, contro una macchina statale inefficiente e farraginosa in cui perversa una burocrazia che è paravento dell’inettitudine e della negligenza di molti. Una LAN di responsabilità in cui si scaricano le proprie colpevolezze sulle spalle degli altri, in un circolo vizioso e viziato. In questo farmacista e farmacologo dal fine intelletto e dall’invidiabile caratura morale, che ha girato tutto il mondo smaliziando ogni residuo della propria perduta ingenuità, ho intravisto un mentore da seguire nel lungo cammino che ho intrapreso. Dico lungo perché sento nel cuore un fuoco vivo, una passione che difficilmente si spegnerà. Appena eletto una signora mi si è avvicinata e mi ha parlato dei problemi di illuminazione e pulizia che affliggono da anni la via in cui abita: mi ha detto di avermi votato e che si sarebbe ricordata il mio nome se non avessi fatto nulla per lei. Il suo monito non mi ha preoccupato, anzi, mi ha motivato con una voglia inderogabile di responsabilità per provvedere alle sue esigenze e a quelle di tutti i miei concittadini. Ci sarà da lottare, forse anche contro dei mulini a vento. Io, poi, non ho nemmeno una tessera politica – forse anche per questo il dott. Lucchetta ha tanto apprezzato il mio accorato fervore nel voler cambiare il volto del nostro quartiere – e sono sostenuto dalla mia piccola “lista civica”, da quelle persone residenti nel mio quartiere che sono stanche di vedere che le cose non cambiano mai. Che non ce la fanno più di vivere in un paese in cui le promesse vengono disattese con una naturalezza disarmante, declassando immoralmente persino la propria parola d’onore ad artificio politico. Penso che il vero processo di schiavizzazione di un uomo avvenga dapprima nella mente e che si estenda solo in un secondo tempo alle privazioni del corpo. Io non sarò mai schiavo della corruzione e dell’inettitudine di certa classe politica, e queste mie parole ne siano testimonianza per i posteri. Non vivrò mai una vita scevra dal senso del dovere, spoglia di quell’educazione civica che mi vede ora in prima fila a lottare per i diritti della mia famiglia e dei miei concittadini. A combattere per difendere le nostre case, per tutelare le nostre libertà, per dar voce alle nostre esistenze. Destatevi, figli d'Italia, perché il sonno della democrazia produce schiavi!
So, cari amici miei, cha d’ora in poi dovrò togliere alle nostre amicizie del tempo per poterlo spendere proficuamente per il bene del mio quartiere; un quartiere sempre più in degrado, dove basta una pioggia sopra le medie stagionali per finire sott’acqua e vedere sepolta dalle fogne la propria casa. Un quartiere dove non vengono garantiti i servizi fondamentali che un cittadino paga con le fatiche del proprio lavoro, ma dove invece la vita viene mantenuta costantemente sotto la soglia del decoro e della sicurezza.
Da oggi, amici miei, mi batterò perché il volto di Mestre possa ritornare a sorridere. Da oggi, se mai fosse possibile, sarò ancora di più vostro amico.
Mattia
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